Una bici siglata Joaquim Agostinho...

 

Nelle mie solite passeggiate tra i mercatini dell'usato un giorno adocchio questa vecchia bici da corsa dall'imbarazzante costo di 18 euro e senza battere ciglio l'afferro aggiungendo altro ferro nella mia già piena cantina.
Unico indizio sulla bici è il nome Joaquim Agostinho, che dopo averlo inserito nel motore di ricerca mi si apre la storia di Campione di cui non conoscevo l'esistenza:
- Wikipedia dice poco però si capisce subito che si tratta di  un campione portoghese, vinse due tappe  del Tour de France, corse per 13 volte la Grande Boucle dal 1969 al 1983, classificandosi per due volte terzo nella classifica generale (1978 e 1979) e vincendo quattro tappe. Fu campione portoghese per sei anni consecutivi, dal 1968 al 1973, imponendosi come scalatore sia nella Vuelta a España che nel Tour de France, dove vinse una tappa all'Alpe d'Huez. 

Quello che ti colpisce, ahimè, è le fine della sua carriera. Nell'aprile 1984, durante la Volta ao Algarve, gara a tappe che stava conducendo, a pochi metri dall'arrivo della tappa, Agostinho urtò un cane entrato alla sede stradale, cadendo rovinosamente a poche centinaia di metri dall'arrivo e battendo pesantemente la testa. 
Risalì in sella e tagliò il traguardo accompagnato da altri corridori. Apparentemente soltanto stordito dalla botta, venne medicato dall'ambulanza e fece ritorno in albergo.
Dopo due ore, però, venne portato all'ospedale di Faro, dove una radiografia evidenziò la rottura dell'osso parietale del cranio. Trasferito d'urgenza a Lisbona nel più vicino ospedale che avrebbe potuto curarlo, a 400 chilometri di distanza, cadde in coma durante il tragitto in ambulanza senza più riprendersi. Morì dieci giorni dopo all'età di quarant'anni.

- Il sito portoghese DESPORTO invece apre così, Joaquim Agostinho "o melhor ciclista português de todos os tempos" e narra due storie a lui legate: 
Nel 1975, Joaquim Agostinho corre una crono nel Tour de France con la maglia dello Sporting. Dopo aver superato due avversari, rallenta senza spiegazioni.
Il direttore sportivo gli grida dalla strada: "Dai, Joaquim. Andiamo! " Ma contro ogni logica, il pilota non accelera e finisce solo per essere il quinto nella fase.
Lo stesso direttore sportivo a fine gara gli disse che avrebbe potuto fare molto di più ma Agostinho rispose senza esitazione: "Avrei passato il signor Poulidor!" [Raymond Poulidor, uno dei ciclisti più carismatici del Tour de France, ma soprattutto l'eterno secondo, ma questa è un'altra storia].
In un'altra edizione del Tour, su un altopiano sotto un caldo torrido, Luis Ocaña, il capo della linea di Agostinho, gli confessa che sta morendo di sete. I portoghesi gli danno il resto della sua acqua calda, ma lo spagnolo è disperato: "Devo fermarmi. Non posso più correre. 
"I portoghesi rispondono: "Non puoi arrenderti. Altrimenti perdi la maglia gialla". 
Nel frattempo, Agostinho vede una casa persa nelle Alpi e lascia la strada senza dire nulla. Dopo cinque chilometri, i suoi colleghi sentono il caratteristico fischio dell'atleta portoghese. Agostino arrivò con una borsa d'acqua sul dorso offerto dagli anziani che vivevano nella casa di legno, e diede acqua non solo a Ocaña, ma agli altri corridoi che venivano con loro.
Merckx in un'intervista disse: "Avrei voluto metà della forza di Agostinho".


Ringrazio questa bici per avermi fatto conoscere questa interessante storia. 

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