Il Castello Baronale Caracciolo Carafa al borgo medievale di Minturno

Castello Baronale di Minturno - Foto © Temporeale.info
Ai piedi delle mura del Castello Baronale, sul belvedere che regala una splendida vista su tutto il Golfo di Gaeta, i partecipanti potranno fruire delle specialità offerte dai produttori del circuito Impronta Aurunca e rifocillarsi dopo la salita che dà accesso al borgo medievale di Minturno.

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Il Castello Baronale di Minturno era la residenza dei più nobili personaggi vissuti a Traetto (toponimo derivante da Ad Trajectum, la scafa o traghetto che collegava le sponde opposte del Garigliano, utilizzata dalla popolazione per fuggire dalla Minturnae distrutta).

Minturno - Belvedere sul Golfo - Foto © Pasquale Careddu
La struttura si erge nella parte sud-ovest della cima collinare: il suo impianto trapezoidale segue la conformazione naturale della rocca ed è costituito da un torrione cilindrico, un camminamento di ronda e un porticato interno, con archi ogivali che ricordano le strutture tardo-romaniche amalfitane. L’edificio appare oggi nelle forme architettoniche stratificatesi nei diversi secoli.
La parte più antica è presumibilmente la torre a forma quadrata. Era anche dotato di una torre alta 60 metri, semidistrutta da un fulmine nell’Ottocento. Nell’angolo sud-est dell’edificio si apre l’ingresso da cui si entra in un androne, il quale immette in un piccolo cortile con porticato a sesto acuto e finestre bifore. A sinistra è presente una comoda scalinata che dà accesso alle stanze e alla grande Sala dei Baroni. Il Castello venne danneggiato nel 1799 dai francesi e subì gravi danni anche nell’ultimo conflitto mondiale, con la distruzione di tutte le strutture lignee.

L'intera struttura, la seconda domenica di luglio, in occasione della Sagra delle Regne (ricorrenza di antiche origini in cui si celebra la raccolta del grano), viene 'incendiata' con fuochi d’artificio, per uno spettacolo di indubbia bellezza, come rievocazione dell'effettivo incendio avvenuto ad opera dei corsari Saraceni.

Cattedrale di S. Pietro - Minturno
Da recenti ricerche è emerso che la costruzione del Castello è da attribuirsi al vescovo Leone, che troviamo menzionato nella Carta Originale Cassinese n°5 del 30 ottobre 839 (d.C.).  Nel 1105 passò a Riccardo I dell'Aquila e nel XIII secolo fu residenza dei Caetani.  Nel secolo XVI il Castello appartenne a quella che era considerata al tempo la più bella donna d'Italia, Giulia Gonzaga, contessa di "Traetto" e di Fondi e, successivamente, ad Isabella Colonna.

Le prime informazioni riguardo l'antica città di Minturnae parlano di una fiorente città della Pentapoli, situata in una posizione strategica nella parte più meridionale del Lazio nei pressi della foce di un fiume navigabile: il Garigliano. Dopo le sconfitte dei Sanniti, Minturnae, così come Ausonia e Vescia, vengono completamente distrutte. In seguito alla ricostruzione del 296 a.C. Minturnae viene edificata sulla sponda destra del fiume Liris.

Da alcuni documenti del I secolo a.C. emerge che il Console romano Caio Mario sia passato di qui durante la sua fuga verso l'Africa a causa della guerra sociale causata da Silla. Il territorio, con la presenza della Via Appia, diventa un nodo stradale molto importante e dal I secolo a.C al I secolo d.C. la città trascorre un periodo di stabilità economica. Nel tardo periodo Augusteo (72 d.C.) viene edificato l'acquedotto voluto da Vespasiano, alimentato dalla sorgente Capodacqua della vicina Spigno, e il maestoso teatro, con una capienza di 5000 spettatori. A causa dell'invasione dei Longobardi, la popolazione, costretta nel 580 ad abbandonare la pianura infestata dalla malaria, si spostò più a monte cambiando appunto il nome in Traetto. Nel XIII secolo si ha l'adozione del termine Scapha con cui ci si riferiva a una piccola barca priva di vela, usata per comunicare con le navi da guerra e mercantili e come lancia di salvataggio per i naufraghi.

I numerosi scontri con i Saraceni che si erano stabiliti nell'882 in prossimità del Garigliano, terminano con la battaglia del 916. Per ricordare questa battaglia sulla riva destra del fiume, Giovanni I innalza la Turris Gagliani, che venne successivamente demolita nel 1828 per erigere il ponte pensile di ferro Real Ferdinando. Sulla sponda sinistra, Pondolfo I Capodiferro costruisce la Turris Ad Mare. Nel 1879, Traetto riprende nuovamente il nome di Minturno e inizia un periodo di grande sviluppo economico caratterizzato dalla creazione di due fabbriche di laterizi sul versante costiero: Sieci (meraviglioso esempio di archeologia industriale, visibile sul lungomare di Scauri a pochi metri dal raduno de La Marittima) e Capolino.

Dal 1928 il confine tra Lazio e Campania è delineato dal fiume Garigliano e quindi Minturno diviene l'ultimo comune della provincia di Latina. Durante la II Guerra Mondiale, la città è punto ultimo della Linea Gustav e per le oltre 700 vittime sacrificate tra il 1943 e il 1944, nel 2000 viene consegnata al Comune la Medaglio D'Oro al Merito Civile. L'antica città di Scauri si sviluppa tra Monte d'Oro e Monte d'Argento nel periodo che va dalla fine della Repubblica all'inizio dell'età Imperiale. Della città Oppidum Pirae (il toponimo precedente) restano soltanto avanzi delle mura con una porta ogiva tronca.

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